Gentilissimo dott. Raso,
nell'augurarle un felicissimo 2018 e nel ringraziarla per le sue preziose noterelle - che hanno permesso a mio figlio di apprendere alcuni "segreti" della lingua italiana (per usare le sue parole) - mi permetto porle un quesito al quale i vocabolari consultati non hanno dato risposta. Perché "cartastraccia" nella forma plurale fa "cartestracce", cambia, cioè la desinenza di entrambi i nomi e "cartapecora" fa, invece, "cartapecore" cambiando la terminazione solo del secondo sostantivo? Entrambi i nomi non sono composti con "carta"? La ringrazio in anticipo e resto in attesa di una sua cortese risposta.
Erminio P.
Savona
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Cortese Erminio, la ringrazio e ricambio gli auguri. Quanto al suo quesito la risposta va ricercata nella norma che regola la formazione del plurale dei nomi composti. Se il nome composto è formato da un sostantivo e da un aggettivo nel plurale cambia la desinenza di entrambi i componenti. Da cassaforte, infatti, abbiamo "casseforti" (cassa, sostantivo e forte, aggettivo); da cartastraccia, "cartestracce" (carta, sostantivo e straccio, aggettivo). Se, invece, il nome composto è costituito di due sostantivi dello stesso genere (tutti e due maschili o tutti e due femminili) nella forma plurale muta la desinenza solo il secondo sostantivo (carta, sostantivo femminile; pecora sostantivo femminile). In base a questa norma abbiamo, quindi, la cartapecora, le cartapecore; la cartacarbone, le cartecarbone (essendo il secondo elemento di genere diverso cambia il primo sostantivo).
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La parola proposta da questo portale: zopissa. Sostantivo femminile con il quale si indica un medicamento empirico per la cura delle piaghe.
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La parola proposta da questo portale: zopissa. Sostantivo femminile con il quale si indica un medicamento empirico per la cura delle piaghe.