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Essere come il latte di gallina

Questa locuzione di uso raro - probabilmente sconosciuta ai piú - si adopera quando si vuol mettere in particolare evidenza il fatto di essere in possesso di una cosa rarissima, praticamente introvabile e, sempre in senso figurato, si definisce "latte di gallina" un cibo o una bevanda squisita e molto rara. Il modo di dire era già in uso nel mondo classico; lo si trova, infatti, in Aristofane che definisce latte di gallina (c'era anche la variante "latte di pavone) una cosa molto ambita, rara e preziosissima. Da questa espressione è nata - per la cronaca - una bevanda simile allo zabaione, composta di latte, uova e zucchero - chiamata, appunto, "latte di gallina" - cui si può aggiungere dell'acquavite o del vino secco. Ma non è finita. Hanno lo stesso nome una diffusa pianta selvatica della famiglia delle Gigliacee, con fiori bianchi disposti a ombrello, e un ottimo decotto di crusca.

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La parola che segnaliamo all'attenzione dei lettori è: agazzare. Voce verbale, non attestata nei vocabolari dell'uso, che sta per "gioire", "manifestare gioia" e simili. Il vocabolario degli accademici della Crusca non concorda con il TLIO e dà tutt'altro significato al verbo in questione: stizzirsi. A chi dare credito?

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