Il sostantivo femminile onta significa, propriamente, "vergogna", "dispetto" e simili. Viene dal francese "honte", a sua volta dal tedesco "haunitha" (dileggio, beffa): ha vinto a "onta" dei suoi avversari. Quando manca l'idea della vergogna, del dileggio, del dispetto il suo uso non è "legittimo". È improprio (ma sarebbe meglio dire errato), quindi, adoperare questo termine - come fanno alcuni - nel significato di "nonostante": sono uscito a "onta" della pioggia. Si dirà, correttamente, "nonostante" la pioggia.
Come sta sua moglie? Come sta la sua signora? Quando il sostantivo signora è preceduto da un aggettivo possessivo ed è adoperato in luogo di moglie richiede tassativamente l'articolo. Se occorre abbreviarlo la sola forma corretta è sig.ra
Due parole sull'uso corretto di "incognito", che si costruisce senza la preposizione "in" (non in incognito, quindi). Il cantante è giunto a Roma incognito. L’aggettivo, infatti, viene dal latino incognitus composto con la preposizione negativa in e il participio passato del verbo cognoscere. La preposizione "in"è già "dentro" la parola, anzi all'inizio. Attendiamo, in proposito, gli strali di qualche linguista "d'assalto" nel caso s'imbattesse in questo sito.
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La lingua "biforcuta" della stampa
LA STORIA
Addio a Pebbles, il cane più anziano del mondo: fra cinque mesi avrebbe compiuto 23 anni
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Ma quanti anni ha il mondo?
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