Prima di vedere quali sono i costrutti (o parole) italiani adoperati "alla gallica" occorre fare una necessaria premessa: le parole che vedremo esistono sí, nella lingua di Dante, ma da noi hanno un significato diverso da quello che hanno nella lingua d'oltr'Alpe. E adoperarle in questa seconda accezione ─ a nostro modo di vedere ─ è un uso improprio, se non errato. Vediamo, dunque. In parentesi le parole "corrette": oggi quel ragazzo, un tempo timido e impacciato, è una celebrità (persona celebre); tutto il mondo (tutta la gente) parla dell'avvenimento; per arrivare puntuali dobbiamo sortire (uscire) di casa un'ora prima; fin da fanciullo Giacomo Leopardi mostrò di possedere un grande talento (ingegno); ti prevengo (avverto, comunico) che lo spettacolo è stato rinviato a data da stabilire; gli ospiti, gentilissimi, ci colmarono di attenzioni (cortesie); non merito il rilievo (rimprovero, accusa) che mi fai in quanto è assolutamente ingiustificato; fai vedere a Giovanni il piano (disegno) dell'appartamento che prenderemo in affitto; il bordo (l'orlo) dell'abito che indosso è già un po' consumato; mi sono procurato una buona piazza (un buon posto) per godermi lo spettacolo; il concerto è stato aggiornato (rimandato) per l'indisposizione del pianista. Pedanteria?
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La parola proposta da questo portale, tratta dal GDU (De Mauro): lacerío. Sostantivo deverbale, da lacerare, sul modello di mormorío, da mormorare: suono assordante e prolungato.
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La lingua "biforcuta" della stampa
IL CASO
La Scala rinuncia alla tournèe in Egitto dopo le proteste dei sindacati: “Non nel paese che nega le verità su Giulio Regeni”
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Correttamente: tournée(accento acuto). Paese (P maiuscola, trattandosi di una nazione).
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