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Piene e vuote (parole)

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Due parole sulla... parola. In grammatica si intende per parola una sillaba (o l’insieme di più sillabe) che abbia un significato nell’ambito di una lingua. La parola può essere orale o scritta, e si suole dividerla in due classi: parole piene e parole vuote.

Appartengono alla prima classe quelle che hanno un preciso significato e sono dette, appunto, piene (di significato); fanno parte della seconda classe, invece, le parole che sono vuote (di significato).

Appartengono alla prima categoria, insomma, gli aggettivi (bello, mio, questo), i verbi (lavorare, giocare), gli avverbi (ora, sempre, domani), i numerali (primo, terzo), i nomi di persona, di cose, di animali, i nomi che indicano uno stato d’animo, un avvenimento, una sensazione ecc.

Si classificano tra le parole vuote, invece, quelle che servono a sostituire o a collegare tra loro le parole piene di una proposizione come: gli articoli, le congiunzioni, le preposizioni e le interiezioni. La preposizione da, per esempio, o il pronome quale da soli non hanno alcun significato, sono, quindi, parole vuote.

Attenzione, però, a non confondere le parole vuote con quelle “astratte”. Queste ultime, anche se non si toccano, come la bellezza o la bontà, hanno un significato ben preciso, sono, per tanto, parole piene.

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La lingua "biforcuta" della stampa

L'ALLARME

Australia, la nuova emergenza: due stati invasi dai topi. "Raccolti distrutti, si mangiano anche i mobili di casa"

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Correttamente: Stati(con la "s" maiuscola), trattandosi di entità governative.






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