Avreste mai immaginato, gentili lettori, che il divano sul quale ci sediamo la sera, tornando a casa stanchi dal lavoro, ha una strettissima relazione con la poesia, quella orientale in particolare? Il termine divano ci è giunto, infatti, dal turco diwàn, di origine persiana. Ma cosa c'entra la poesia? Andiamo con ordine.
Il diwànnell'antico impero ottomano stava a indicare il consiglio dei ministri; in seguito, per estensione, indicò anche il libro o registro dove venivano trascritte le loro importanti decisioni. Con il trascorrere del tempo, e come accade sempre per le questioni di lingua, si pensò di chiamare – sempre per estensione – diwàn anche la sedia sulla quale sedevano i ministri durante le loro riunioni.
Giunti a questo punto, poiché il diwàn indicava (come abbiamo visto) un libro di una certa importanza – racchiudeva, appunto, le decisioni dei ministri – si decise di chiamare diwànil libro nel quale erano raccolte tutte le poesie, in ordine alfabetico o cronologico, di un importante poeta (o scrittore) orientale.
Il sinonimo sofà, invece, è giunto a noi dal francese sofae questo dall'arabo suffa (cuscino).
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Si presti attenzione all'uso corretto dell'aggettivo cospicuo che significa illustre, chiaro, notevole, ragguardevole, famoso, pregevole, vistoso evidente e simili. Viene, infatti, dal latino "conspicuus" derivato di "conspicere" (guardare, scorgere, 'dare nell'occhio). Spesso viene adoperato, erroneamente, con il significato di ingente: per quel lavoro ha ricevuto una cospicua (ingente) somma. Dal vocabolario Palazzi: cospicuo agg. visibile con facilità anche di lontano: fu collocato in luogo cospicuo II fig. chiaro, illustre, ragguardevole: esempio cospicuo, uomo cospicuo II M.E. erroneo detto di somma, patrimonio, invece di notabile, vistoso ll N. NOTEVOLE, pregevole, famoso.