di Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento
Commentando il 28 settembre il mio intervento di martedì 22 settembre -- Sgroi 77 - L'"Asintomatico" (untore potenziale?): una scelta ideologica, -- il signor Michele Grillo si è soffermato sul punto 5 con queste osservazioni e degli interrogativi:
[i] "sull'uso 'ideologico' di asintomatico, credo che tale uso non voglia essere rassicurante. Non a caso forse, asintomatico ha scalzato per esempio portatore sano, che mi sembra meno 'preoccupante' di asintomatico. [ii] Non so dirle in concreto per quale motivo sia stato scelto il termine asintomatico, ma posso dirLe che il suo uso potrebbe essere sì 'ideologico', ma in un altro senso , opposto al Suo, in quanto la narrativa mediatica sulla pandemiaè stata fin dall'inizio tesa a far preoccupare o addirittura a terrorizzare più che a rassicurare".
[iii] "Lei scrive 'falsamente rassicurante'. Ne deduco che Lei pensi che la narrativa mediatica voglia in sostanza tranquillizzarci, ma che il termine asintomatico invece non renda bene la reale pericolosità del virus?".
[iv] "Forse ci sarebbe bisogno di un termine più incisivoche inconsciamente non ci faccia 'sottovalutare' la sua forza virale?".
2. Una riposta chiarificatrice e di conferma
Provo a chiarire ulteriormente il mio punto di vista su "A-SINTOMATICO (positivo)" riguardo alla connotazione positiva (per il signor Grillo) e negativa (o "ideologica") per me del termine.
2.1. A-sintomatico: termine scientifico, anglicismo, tranquillizzante
Per il signor Grillo "A-SINTOMATICO"è un termine positivo in quanto tranquillizzante e non terroristico riguardo al problema della contagiosità del covid.
La connotazione positiva è probabilmente dovuta sia al fatto che si tratta di un termine del linguaggio scientifico (oltre che essere un anglicismo <ingl. asymptomatyic 1856), sia al fatto che focalizza la mancanza del pericolo di contagio che non esisterebbe (indicata dal prefisso negativo "a-").
2.2. L'A-sintomatico: contagiato e contagiante
Io invece contesto proprio tale connotazione positiva, tranquillizzante di "A-Sintomatico" -- che è diffusa e dominante --, perché fa dimenticare che gli "a-sintomatici" sono stati contagiati dal virus, che al momento non crea a loro problemi, ma che è come "una bomba a orologeria" pronta a esplodere per gli altri (soprattutto gli anziani, o chi presenta problemi per altre infermità).
2.3. Realisti-critici e negazionisti
Nella "narrativa mediatica", io mi schiero decisamente con chi come il prof. Massimo GALLI si mostra criticamente attento ai pericoli del contagio, e non già con chi come Alberto ZANGRILLO ha sostenuto che il "covid è clinicamente morto" (!).
2.4. Narrativa mediatica ottimistica
Il signor Grillo alla fine ha perfettamente capito la mia posizione, che cioè "la narrativa mediatica voglia in sostanza tranquillizzarci, ma che il termine 'A-sintomatico' invece non renda bene la reale pericolosità del virus".
2.5. Un'alternativa lessicale ad "a-sintomatico"?
Quanto al "bisogno di un termine più incisivo che inconsciamente non ci faccia 'sottovalutare' la sua forza virale", auspicato dal signor Grillo, è una possibilità che dovrebbe essere fatta propria dagli stessi medici.
Sommario
1. L'evento
2. Una riposta chiarificatrice e di conferma
2.1. A-sintomatico: termine scientifico, anglicismo, tranquillizzante
2.2. L'A-sintomatico: contagiato e contagiante
2.3. Realisti-critici e negazionisti
2.4. Narrativa mediatica ottimistica
2.5. Un'alternativa lessicale ad "a-sintomatico"?