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Sgroi - 77 - L'"Asintomatico" (untore potenziale?): una scelta ideologica

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di Salvatore Claudio Sgroi

  1. L'evento 

Un notevole intervento di Fabio Montermini A proposito degli asintomatici posted on september 18, 2020 (<https://fabiomontermini.altervista.org./> offre lo spunto per riflettere sul significato linguistico e 'ideologico' di un termine, ormai diffusissimo con questa pandemia covidica, ovvero il sost. (e agg.) asintomatico.

 2. Il significato linguistico di asintomatico

Direi che sia pacifico che il sost. asintomatico si riferisca alle "persone infettate dal coronavirus che non presentano sintomi" e che quindi è come dire che si tratta di un "positivo asintomatico al Covid". Ovvero l'asintomatico "designa una persona che è stata infettata (contagiata) dal virus ma, sostanzialmente, si sente bene". Una persona quindi "affetta dal coronavirus" che non presentando disturbi, di conseguenza non in cura".

 2.1. L'asintomatico in quanto "pre-sintomatico"

Si può anche sostenere che "un asintomatico può in realtà essere un ‘presintomatico’ che prima o poi svilupperà i sintomi".

         3. Asintomatico sì, ma pericoloso per gli altri

L'asintomatico, se è innocuo per sé (pur essendo contagiato da virus), è tuttavia pericoloso per gli altri, perché "può contagiare altre persone", creando problemi di varia gravità.

Si contrappone quindi al sintomatico, che è invece contagiato dal virus e mostra vari sintomi al riguardo.

Come dire "asintomatico: pericolo latente VSsintomatico: pericolo evidente".

 3.1. Gli asintomatici sono malati o no?

Detto ciò, se è vero che "i medici si sono divisi tra quelli che sostenevano che gli asintomatici fossero da considerare malati e quelli che rifiutavano tale posizione", bisogna però chiedersi come mai.

 4.Asintomatici o portatori sani?

Montermini osserva, grafici alla mano, che, prima dell'apparizione del termine asintomatico, "per designare una persona infettata da un virus e potenzialmente contagiosa, ma esteriormente in buona salute", era piuttosto comune l'espressione portatore sano. Che poi fu sostituita a partire dalla metà degli anni '70 con il termine asintomatico, secondo "le consuetudini in uso nella letteratura specialistica di ambito medico".

Per Montermini portare sano sarebbe stata espressione "troppo poco tecnica" e anche "troppo rassicurante", rispetto ad asintomaticoinvece dizione "più neutra e priva di connotazioni particolari".

A me sembra invece che asintomaticoè termine opaco, ed eufemisticorispetto a portatore sano, a sua volta un pò contraddittorio perché indicante a un tempo (i) "portatore di un virus" e quindi 'ammalato' ma (ii) "sano" per chi? per il portatore o per gli altri? In realtà ci si trova dinanzi a un individuo contagiato, pericoloso potenzialmente per sé e soprattutto per gli altri (anziani ecc.). Quasi un "untore potenziale", una "bomba ad orologeria".

 4.1. Una esemplificazione giornalistica

Riportiamo solo alcuni ess. giornalistici di asintomatico, tratti da "Il Fatto Quotidiano":

 (i) "il virologo di Padova che a gennaio era l’unico a concentrarsi sugli asintomatici" (mercoledì 16 sett. 2020 p. 8).

(ii) "va valutato lo smart working per gli asintomatici che restano a casa perché positivi" (sabato 5 sett. 2020 p. 7).

(iii) "si aggiungono i non rilevati, asintomatici, poco sintomaticima comunque non certificati da tampone e contagiosi che sono dal doppio al quadruplo a seconda delle stime" (sabato 21 marzo 2020 p. 4).

(iv) “Ma a fronte di una incubazione che può durare fino a due settimane, i soggetti più pericolosi–spiega il giovane ortopedico – sono proprio gli asintomatici. È così che medici e infermieri si infettano tra loro, che contagiano pazienti e viceversa" (ibid.)

(v) "Anche uno studio cinese, pubblicato dalla rivista Lancet, conferma che gli asintomatici sono i più rischiosi" (sabato 21 marzo 2020 p. 9).

 Un uso aggettivale:

 (vi) "Tutti puntano l’indice contro l’articolo 7 del decreto del 9 marzo del premier Giuseppe Conte: impone

al personale sanitario asintomaticodi non interrompere il lavoro anche se è entrato in contatto con un

soggetto a rischio o positivo, anche senza tampone" (ibid.).

 E due neo-composti:

 (vii) "Per quanto riguarda Milano, mi risulta da più testimonianze, anche di medici, che quelli che potremmo

definire parasintomatici o iposintomatici si sentono negare il tampone con inviti ad attendere il corso degli eventi" (sabato 21 marzo 2020 p. 12).

 5. L'asintomatico: una scelta lessicale "ideologica"

La scelta del termine asintomaticocon la sua opacità si configura alla fine come un eufemismo, falsamente rassicurante, che tende a nascondere i pericoli per sé e per gli altri, appunto degli individui definiti 'asintomatici'. Si tratta insomma di una scelta lessicale "ideologica".

 Sommario

1. L'evento              

2. Il significato linguistico di asintomatico

2.1. L'asintomatico in quanto "pre-sintomatico"

3. Asintomatico sì, ma pericoloso per gli altri

3.1. Gli asintomatici sono malati o no?

4. Asintomatici o portatori sani?

4.1. Una esemplificazione giornalistica

5. L'asintomatico: una scelta lessicale "ideologica"




 


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