Quantcast
Channel: Lo SciacquaLingua
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2435

La corretta collocazione dell'avverbio

$
0
0
Il 20 agosto scorso abbiamo visto la "mal coniazione" di alcuni avverbi, oggi vogliamo spendere due parole sulla corretta posizione dell'avverbio nella proposizione.
     In linea di massima l'avverbio (o modificante) si pone accanto al termine cui si riferisce e che deve modificare (donde il nome "modificante", appunto);  di solito precede l'aggettivo e segue il verbo: quel ragazzo è straordinariamenteintelligente; Paolo è veramente encomiabile perché lavora intensamente. All'avverbio si può dare anche un "valore enfatico" collocandolo prima del verbo, invertendo, cioè, l'ordine "naturale": incredibilmenteha vinto l'ultimo in classifica.
     Gli avverbi  cosí detti di valutazione o di giudizio (sí, sicuro, sicuramente, certo, certamente, ovviamente, davvero, esatto, esattamente, appunto, di sicuro, per davvero, per l'appunto, dicertoecc.) devono essere collocati - secondo la legge grammaticale - all'inizio della proposizione: sicuramente Lino e Marta questa sera andranno al cinema.
     Da notare, infine, che l'avverbio di quantità "assai" nella parlata del centro-nord precede, di solito, l'aggettivo: Giovanni è assai povero; in quella meridionale, invece, molto spesso segue l'aggettivo: Giovanni è povero assai.

***


Due parole sul verbo "appetire" perché può essere adoperato transitivamente e intransitivamente, cambiando di significato. In alcuni tempi, innanzi tutto, si coniuga con l'inserimento dell'infisso "-isc-" tra il tema (o radice) e la desinenza: io appetisco, noi appetiamo. Usato transitivamente sta per "bramare", "desiderare vivamente": tutti appetiscono una vita agiata. Adoperato intransitivamente significa "piacere", ma soprattutto "destare appetito" e nei tempi composti può prendere sia l'ausiliare avere sia l'ausiliare essere: quel particolare cibo mi ha/mi è sempre appetito.

 

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 2435

Trending Articles