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Rimpiazzare: un gallicismo inutile

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Mettiamo le mani avanti, come usa dire, perché ciò che stiamo per scrivere sarà inesorabilmente censurato da qualche linguista o lessicografo se, per caso, "inciampasse" in questo sito. Intendiamo parlare del verborimpiazzare, non schiettamente italiano ma attestato in tutti i vocabolari dell'uso. I dizionari riportano: «rimpiazzare, verbo transitivo; Sostituire qlcu. o qlco., metterlo al posto di un altro; freq. con specificazione della persona o della cosa con cui si rimpiazza qlcu. o qlco.: r. un operaio generico con un tecnico specializzato» (Sabatini Coletti). Il verbo in questione, dunque, è stato preso di peso dal francese remplacer(composto con "place", piazza, posto) e trasportato nell'idioma di Dante. Nella lingua francese non fa una grinza, ma in italiano... ci sono altri verbi che fanno alla bisogna, naturalmente secondo il contesto: sostituire, supplire, scambiare, subentrare, succedere e simili. Perché, dunque, questo francesismo (o gallicismo) completamente inutile? Forse perché si dice che "l'erba del vicino è sempre piú verde". Ma tant'è.

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Due parole sull'aggettivo "grande"
Contrariamente a quanto appreso ai tempi della scuola elementare, l'aggettivo grande si può troncare davanti a parole che cominciano per consonante: Luigi è un granfannullone; Irene ha festeggiato con grangioia la sua promozione. Si può anche troncare, in deroga alla "legge grammaticale", davanti a sostantivi che cominciano con "s preconsonantica", la cosí detta s impura, "z", "gn", "ps", "pn": Giuseppe è un gran psicologo; quell'alunno è un gran zuccone; Anna ha una granstima della sua amica Renata. Il troncamento si può avere anche nella forma plurale, un esempio per tutti: i granpremi automobilistici. Davanti a vocale può o no subire l'elisione (apostrofo): un grande amico; un grand'amico.


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