Ci spiace dover dissentire dai lessicografi del prestigioso vocabolario Treccani (in rete) su quanto scrivono al lemma 'altrettanto': (ant. altretanto) agg. e avv. [da altro e tanto]. – 1. agg. Quanto l’altro, nella stessa misura di un altro o di altra cosa: cinquanta paternostri con a. avemarie (Boccaccio); ho provato per la tua vittoria a. gioia che se avessi vinto io; la mamma vuole a. bene a te che a me. Usato come pron., con valore neutro, la stessa cosa, la stessa quantità o misura: egli si voltò, e chi lo seguiva fece a.; tu hai speso dieci euro e io altrettanto. E come risposta a un augurio: «Buon appetito!» «Grazie, altrettanto». 2. avv. Nello stesso modo, nella stessa misura, ugualmente: il mio giudizio vale a. che il tuo; I0 da lei altretanto era o più amato (Ariosto).
La voce in oggetto è pronome, aggettivo e avverbio. Facciamo, quindi, un po' di chiarezza là dove si legge, nel vocabolario, "usato come pronome con valore neutro, la stessa cosa, la stessa quantità o misura: tu haispeso dieci euro e io altrettanto". Nell'esempio il pronome altrettanto deve concordare con il termine al quale si riferisce (euro). Correttamente, quindi, "tu hai speso dieci euro e io altrettanti (di euro)". Non capiamo, poi, il motivo per il quale i vocabolaristi del dizionario suddetto "nascondano" il fatto che altrettanto è, a tutti gli effetti, un pronome indefinito (lo attestano solo come aggettivo e avverbio). Mistero.