L'aggettivo "capace", nell'accezione di "essere in grado", quando è seguito da un verbo di modo infinito può reggere, indifferentemente, le preposizioni "di" e "a". In uno scritto formale, però, è consigliabile la preposizione "di": neanche in quell'occasione sei stato capace di reagire. La preposizione "a", infatti, è di uso prettamente colloquiale o regionale. Si adopererà tassativamente la preposizione "di" quando l'aggettivo in oggetto è seguito da un complemento di specificazione: Giovanni è capace di atti inconsulti.
Alcuni sacri testi grammaticali classificano certi "sostantivi festivi" quali Natale, Pasqua ed Epifania tra i cosí detti nomi difettivi, nomi, cioè, privi o di singolare o di plurale. Natale, Pasqua ed Epifania non avrebbero la forma plurale. Francamente non riusciamo a capire perché dovrebbero essere solo singolari. Non diciamo, per esempio, tutti i Natali trascorsi insieme? Oppure, nei tempi andati non si era soliti, nelle Epifanie, fare dei regali ai vigili urbani? Ancora. Quante Pasque, amico mio, sono trascorse da quando ci conosciamo? Naturalmente attendiamo gli strali del solito linguista "d'assalto".
Due parole sull'uso corretto della preposizione "a". Probabilmente ci ripetiamo, ma l'argomento ci sembra della massima importanza. Vediamo, dunque. Quando la predetta preposizione concorre alla formazione di alcune locuzioni avverbiali va sempre ripetuta. Chi vuole usare la lingua correttamente dovrà, quindi, dire e scrivere "a mano a mano"; "a poco a poco"; "a passo a passo"; "a tre a tre"; "a spalla a spalla"; "a goccia a goccia"; "a faccia a faccia" ecc. Chi non ripete la preposizione e dice, per esempio, "corpo a corpo" incorre, se non in un errore, in un gallicismo che in buona lingua italiana è da evitare. Come sono da evitare le espressioni -- anche se cristallizzate nell'uso -- "pasta 'al' sugo"; "gelato 'al' cioccolato"; "risotto 'ai' funghi" e simili. La preposizione "a", in questi casi, va sostituita con la sorella "con" (riso "con" i funghi) in quanto è l'unica autorizzata a introdurre il complemento d'unione. Pasta "con" il sugo, dunque, non pasta "al" sugo, vale a dire pasta "unita" al sugo. E gelato al cioccolato vuol dire che è un gelato "unito" al cioccolato? No amici, a nostro modo di vedere siamo in presenza di un complemento di mezzo o strumento: con che cosa è fatto il gelato? Con il cioccolato. Probabilmente il solito linguista "d'assalto"-- se si dovesse imbattere in questo portale -- dissentirà. Ma tant'è.
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La lingua "biforcuta" della stampa
«Mondo aiutaci », l'appello di Kiev
senza luce e riscaldamento per i
bombardamenti russi
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Correttamente: senza luce né riscaldamento.
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GAZZETTA UFFICIALE
Alfredo Mantovano, al sottosegretario le deleghe su cybersicurezza, servizi segreti e lotta alla droga
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Nonostante gli autorevoli consigli della Crusca la stampa continua, presuntuosamente, a scrivere "cybersicurezza" in luogo della forma corretta cibersicurezza.
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