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Channel: Lo SciacquaLingua
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Tutto a puntate...

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I giornali (quotidiani e periodici) ma soprattutto le televisioni ci  “bombardano” quotidianamente di romanzi che, data la loro  lunghezza, non possono essere ridotti di molto senza alterarne il contenuto; di conseguenza si protraggono nel tempo e vengono proposti agli appassionati  “a puntate”. A questo proposito avete mai pensato, cortesi  amici, perché questo modo di  “diluire” nel tempo il contenuto di un romanzo si chiama  “puntata”? 

Abbiamo svolto una piccola inchiesta tra i nostri conoscenti e nessuno, ahinoi, è stato in grado di rispondere. Un ragazzo ha azzardato una risposta a dir poco umoristica: la puntata serve a  “puntare” l’attenzione sul prossimo episodio... Apriamo, allora, un vocabolario alla voce o lemma  “puntata” e leggiamo: parte di un’opera di carattere saggistico, artistico e simili che si pubblica isolata dalle altre in fascicolo o su un numero di giornale o rivista cui appariranno successivamente le restanti parti. Bene. 

La nostra curiosità, però, non è stata appagata completamente; dobbiamo sapere, ancora, perché si chiama  “puntata”. Questo termine ci è giunto dal linguaggio dei rilegatori di libri: la ‘puntata’ era, infatti, il numero massimo di fogli che il rilegatore poteva fermare con un unico punto. Per estensione si è dato, quindi, il nome di puntata a tutte le pubblicazioni di carattere periodico concernente un unico argomento (e con l’avvento della televisione lo stesso nome è stato dato agli sceneggiati che si protraggono nel tempo). Ma non è finita. 

La puntata, intesa come ‘fermata’ è anche – come si dice comunemente – una breve escursione, una breve sosta in un luogo: “Fece una ‘puntata’ a Roma e poi tornò con tutta la famiglia a Cagliari”.


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La lingua "biforcuta" della stampa

Il rapporto tra positivi e tamponi è a 10%. I contagi a Roma rimangono sotto quota 500. "Somministrati 490 dosi di vaccino al personale sanitario"

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Correttamente: somministrate (le dosi). Non si può fare un accordo a senso (i vaccini) perché non siamo in presenza di un nome collettivo seguito da un complemento di  specificazione.



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